La strategia di comunicazione di “Il Teatro Fa Bene”

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Il progetto “Il Teatro Fa Bene” si è proposto sin dal suo avvio di raggiungere il pubblico più vasto possibile per far conoscere l’iniziativa nei suoi significati pratici e simbolici e stimolare la nascita di altre iniziative analoghe.
Ad oggi, in Italia, il progetto ha raggiunto una audience stimata in oltre 7.000.000 di persone.
Per raggiungere questo risultato abbiamo adottato, con il sostegno di Eni Foundation e la collaborazione di Medici con l’Africa Cuamm, una strategia di comunicazione multicanale che utilizza:
– il sito multilingue Il Teatro Fa Bene. Supportato anche da un sistema di social network, rappresenta l’Hub del sistema e contiene tutte le informazioni sul progetto;
un ebook scaricabile gratuitamente che racconta la storia dell’iniziativa attraverso moltissime immagini e le testimonianze dei protagonisti;
la web serie in 12 puntate “Il Teatro Fa Bene” che è anche nelle pagine web de La Lettura del Corriere.it e gira per il mondo, ospite dei festival. Ha avuto il premio come miglior web serie “non fiction” a Miami, Hollywood e, ultimo premio in ordine di tempo, a Roma (Rome Web Awards 2017)
– un film, Wiwanana, per la regia (come anche la web serie) di Iacopo Patierno, che ha ricevuto il riconoscimento di “film di interesse culturale” dal MIBACT, la Menzione Speciale della Giuria del Festival del Cinema Africa, Asia, America Latina ed ora inizia il suo giro di diffusione in altri Festival.

Nell’insieme un impegno notevole che ha coinvolto tutte le migliori risorse del Gruppo Atlantide coordinate da Jacopo Fo e da Bruno Patierno assieme ad un fantastico team di attori amatoriali del Mozambico per una iniziativa che, come dice la motivazione del Premio del Festival del Cinema Africa, Asia, America Latina: “Attraverso il percorso di crescita personale ed espressiva degli attori mozambicani coinvolti nel progetto teatrale, abbatte ogni barriera tra i protagonisti e lo spettatore che li guarda e che si immedesima senza riserve. Come per incanto cade la necessità di ricorrere a un “noi” e a un “loro”, e quindi il concetto stesso di barriera culturale.